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La porta che attraverseremo il 27 novembre

Cosa succede quando una professione smette di chiedere rispetto
e inizia a guadagnarselo nelle sedi istituzionali

Associazione Italiana Wedding Planner

C’è un momento – nella vita di ogni settore professionale – in cui smetti di spiegare cosa fai e inizi a dimostrare perché conti.

Per AIWP quel momento arriva il 27 novembre 2025, alle 16:00, alla Camera dei Deputati.

Non è un convegno. Non è un evento celebrativo. È una conferenza stampa istituzionale in cui portiamo al centro del dibattito pubblico – davanti a legislatori, media nazionali, istituzioni – un tema che lavoriamo da anni:

Come la formazione certificata e gli standard tecnici condivisi stanno trasformando il wedding tourism italiano da mercato improvvisato a settore professionale riconosciuto.

Proviamo a raccontare perché questo passaggio conta. Non con retorica, ma con i fatti.

Prima scena: il wedding tourism che non si vede

Quando pensi “matrimonio in Italia” immagini probabilmente una location da sogno, un tramonto toscano, tavoli eleganti, fiori ovunque.

Quello che non vedi è l’infrastruttura invisibile che rende possibile quel momento.

Una coppia australiana che decide di sposarsi in Puglia non arriva, celebra e se ne va. Attiva un meccanismo economico complesso:

  • Hospitality (hotel per ospiti, spesso 40-80 persone per 3-4 notti)
  • Ristorazione di alto livello
  • Servizi creativi (fotografi, videomaker, designer floreali, musicisti)
  • Logistica e trasporti
  • Servizi amministrativi (traduzioni, pratiche burocratiche, permessi)
  • Artigianato locale (bomboniere, allestimenti, stampe)
  • Promozione territoriale (gli ospiti tornano, consigliano la destinazione)

Un destination wedding da 60.000-100.000 euro genera un indotto che si moltiplica. E si concentra in aree – spesso non metropolitane – dove il turismo wedding è volano economico reale.

Il problema?

Per anni questo settore è cresciuto senza regole condivise, senza standard formativi, senza interlocuzione istituzionale.

Chiunque poteva dichiararsi “wedding planner” dopo un corso weekend. Nessuna certificazione. Nessuna verifica delle competenze. Nessun ente che dialogasse con le istituzioni per promuovere il settore in modo strutturato.

Risultato: un mercato percepito come “romantico” ma poco serio. Dove improvvisatori e professioniste competenti convivevano senza distinzioni chiare.

Seconda scena: la svolta normativa che nessuno ha notato

Nel 2013 l’Italia approva la Legge 4 sulle professioni non organizzate in ordini o collegi.

Tra queste c’è anche la nostra: wedding planner e destination wedding planner.

Molte hanno interpretato questa legge come “liberi tutti” – nessun ordine professionale, nessuna barriera all’ingresso, nessun obbligo formativo.

Ma la Legge 4 dice altro.

Dice che proprio perché non esistono ordini, le associazioni professionali hanno un ruolo cruciale: proporre norme tecniche, definire standard di competenza, certificare i professionisti attraverso enti terzi accreditati.

AIWP ha scelto quella strada.

E ha lavorato – per anni, lontano dai riflettori – alla costruzione delle Norme Tecniche UNI 11954 (wedding planner) e UNI 11955 (destination wedding planner).

Documenti tecnici che definiscono:

  • Quali competenze deve avere una professionista certificata
  • Quali conoscenze sono indispensabili (normative, sicurezza, gestione fornitori, contrattualistica, project management, budget, risk management)
  • Come deve strutturarsi un percorso formativo riconosciuto
  • Come gli enti terzi accreditati verificano che una professionista rispetti questi standard

Non è burocrazia. È il confine tra chi fa questo mestiere con competenza e chi lo fa con improvvisazione.

E ora quel confine sta diventando evidente anche alle istituzioni.

Terza scena: perché proprio la Camera dei Deputati

Qualcuno potrebbe chiedersi: perché portare questo tema alla Camera? Perché non un evento di settore, un webinar, un convegno tra addetti ai lavori?

La risposta è semplice ma decisiva:

Le professioni si costruiscono nelle istituzioni, non nei gruppi Facebook.

Quando porti un tema alla Camera dei Deputati stai dicendo:

  • Questo settore vale economicamente (centinaia di milioni di euro, migliaia di posti di lavoro)
  • Questi professionisti contano (gestiscono progetti complessi, rappresentano l’Italia all’estero)
  • Vogliamo un dialogo strutturato con il legislatore (per promuovere standard, certificazioni, riconoscimenti)

Stai dicendo: non siamo un hobby per signore appassionate. Siamo un settore economico che merita attenzione istituzionale.

E questo cambia tutto.

Perché quando le Regioni promuovono il destination wedding all’estero, quando gli enti turistici cercano partner per progetti internazionali, quando i bandi pubblici richiedono certificazioni riconosciute… cercano interlocutori credibili.

Cercano AIWP.

Non l’associazione improvvisata che nasce e muore in due anni. Non la guru che vende corsi online “diventa wedding planner in 30 giorni”. AIWP. Con le sue norme, i suoi standard, la sua presenza istituzionale.

Quarta scena: cosa succede dopo il 27 novembre

L’evento alla Camera è un punto di svolta visibile. Ma il vero lavoro inizia dopo.

Cosa significa concretamente aver parlato alle istituzioni?

1. Dialogo strutturato con ministeri e Regioni

AIWP diventa l’interlocutore riconosciuto per progetti di promozione del wedding tourism italiano. Non più uno dei tanti attori, ma l’attore che ha dimostrato serietà e standard verificabili.

2. Promozione della certificazione UNI come standard di settore

Sempre più bandi pubblici, gare, accreditamenti richiedono certificazioni riconosciute. Chi ha la UNI 11954/11955 ha accesso. Chi non ce l’ha resta fuori.

3. Credibilità presso clientela internazionale high-spending

Una coppia americana che spende 80.000 euro per sposarsi in Italia cerca garanzie. La certificazione UNI diventa il discrimine che il mercato usa per scegliere.

4. Protezione delle professioniste serie

Più le istituzioni riconoscono gli standard AIWP, più diventa difficile per le improvvisatrici competere. Il mercato fa selezione naturale.

Tutto questo non succede per caso. Succede perché AIWP ha costruito – con pazienza istituzionale, rigore scientifico, visione strategica – un percorso credibile.

E ora raccoglie.

Quinta scena: la domanda che conta

Concludiamo con una domanda diretta.

Tra cinque anni, quando la certificazione UNI 11954/11955 sarà requisito standard per lavorare nel destination wedding di alto livello, dove vuoi essere?

Tra chi ha scelto di formarsi seriamente, certificarsi secondo norme riconosciute, far parte dell’associazione che rappresenta il settore nelle istituzioni?

O tra chi ancora spiega – con imbarazzo – che “sì, organizzo matrimoni, ma no, non sono certificata, però sono molto creativa”?

La differenza si costruisce adesso.

Il 27 novembre AIWP attraversa una porta simbolica. La porta del riconoscimento istituzionale, dove le professioni serie dialogano con chi fa le leggi.

Puoi attraversarla con noi – formandoti, certificandoti, scegliendo la competenza.

O puoi guardare da fuori mentre il mercato cambia senza di te.

La scelta è tua. Ma è adesso.

📍 Camera dei Deputati, Roma
📅 27 novembre 2025, ore 16:00
📌 Conferenza stampa AIWP: “Dalla Legge 4 alla Norma per la professione del Wedding Planner e del Destination Wedding Planner e l’importanza della formazione certificata”

Segui AIWP sui canali ufficiali per aggiornamenti in tempo reale e contenuti dalla conferenza.

firma di Clara Trama