Manovra 2026: ritenuta d'aAcconto B2B.
Cosa cambia (davvero) per il wedding

Associazione Italiana Wedding Planner

Gennaio 2026. La Manovra finanziaria lancia un segnale che molti vedranno come l’ennesima complicazione burocratica. Altri — quelli che hanno costruito un’impresa vera, con fondamenta solide — la leggeranno diversamente.

Manovra 2026: ritenuta d’acconto sulle imprese e tracciabilità B2B

Dal 2029 (sì, tra quattro anni, quindi c’è tempo per prepararsi o per farsi prendere dal panico a seconda del carattere), ogni operazione B2B comporterà una ritenuta d’acconto dell’1% al momento del pagamento. Fatture elettroniche, tracciabilità rafforzata, responsabilità condivisa lungo tutta la filiera.

Il Fisco italiano, insomma, ha deciso che guardare meglio cosa succede tra aziende — non solo tra aziende e consumatori — è una priorità. E francamente, se lavori bene, dovresti essere d’accordo.

Ritenuta d’acconto: traduzione per chi non parla fiscalese

Facciamo un passo indietro. Cos’è una ritenuta d’acconto? È un meccanismo semplice quanto elegante: chi paga trattiene una percentuale dell’importo e la versa direttamente allo Stato. Chi incassa poi recupera quella somma in dichiarazione dei redditi.

Fino a oggi questa trattenuta riguardava soprattutto i professionisti: notai, avvocati, consulenti. Con la Manovra 2026, il meccanismo si estende praticamente a tutte le operazioni tra imprese.

Traduzione pratica: se sei un wedding planner e paghi il catering, trattratterai l’1% e lo verserai al Fisco. Il caterer, a sua volta, lo scalerà dalle tasse da pagare. Zero nuove tasse, massima tracciabilità.

Obiettivo dichiarato: recuperare 1,4 miliardi di euro di gettito erariale da chi — diciamocelo — evadeva tranquillamente dichiarando meno di quanto realmente fatturava.

 

Perché questa cosa dovrebbe interessarti (anche se non ami la burocrazia)

Il settore wedding vive di filiere intrecciate. Location, service audio, fioristi, fotografi, wedding planner, catering, rental. Ogni matrimonio è un ecosistema B2B complesso, dove ogni fornitore collabora con altri fornitori prima ancora che con gli sposi.

Questa norma introduce qualcosa che nel wedding mancava strutturalmente: un sistema di controllo reciproco non invasivo ma efficace.

Perché? Perché se io devo trattenerti l’1%, devo per forza registrare correttamente l’operazione. E tu, per recuperarlo, devi dichiararlo. Nessuno fa il favore a nessuno: la catena diventa trasparente per necessità, non per virtù.

E questo — sorpresa — è un vantaggio competitivo per chi già lavora bene.

Chi è escluso (e perché conviene saperlo)

Non tutti rientrano nella morsa della ritenuta. Sono esclusi:

  • Soggetti aderenti al concordato preventivo biennale: chi collabora preventivamente col Fisco dimostrando trasparenza ottiene semplificazioni.
  • Imprese cooperative o in regimi collaborativi specifici: strutture già monitorate attraverso altri meccanismi.
  • Soggetti già sottoposti a ritenuta per legge: perché duplicare i controlli sarebbe ridondante.

Il messaggio politico è abbastanza chiaro: se giochi pulito da subito, la vita ti viene resa più semplice. Se invece pensi di arrangiarti nell’ombra, preparati a un ecosistema sempre meno ospitale.

La selezione naturale del mercato (versione 2029)

C’è una categoria di operatori che questa norma terrorizza: quelli che fatturavano “quanto basta”, dichiaravano “il minimo sindacale”, lavoravano in quella zona grigia dove tutto funziona finché nessuno controlla troppo da vicino.

Bene. Per loro sarà sempre più difficile sopravvivere. Non perché arriverà la Finanza (magari), ma perché il mercato stesso diventerà strutturalmente meno accogliente verso l’improvvisazione.

Dall’altra parte c’è chi questa cosa la aspettava da anni. Professionisti che hanno sempre emesso fatture corrette, dichiarato tutto, pagato le tasse dovute — e visto concorrenti scorretti offrire prezzi irrealisticamente bassi proprio perché “risparmiavano” su IVA e imposte.

Ecco, la ritenuta d’acconto B2B non risolverà magicamente tutti i problemi di concorrenza sleale. Ma alza l’asticella. Rende il gioco più equo. Premia chi ha costruito un’impresa vera, non un’attività stagionale mascherata da professione.

Cosa significa per le wedding planner (e i loro fornitori)

Se sei una wedding planner certificata, formata secondo standard riconosciuti, abituata a lavorare con contratti strutturati e filiere professionali, questa norma cambia poco o nulla nella sostanza del tuo lavoro.

Cambia invece nella percezione. Perché improvvisamente diventa ancora più evidente chi lavora “come si deve” e chi no.

Alcuni esempi pratici:

Scenario 1: Pagamento location
Prima: emettevi bonifico, ricevevate fattura, fine.
Dal 2029: emetterete bonifico trattenendo l’1%, verserete la ritenuta al Fisco, riceverete fattura dove la location recupererà quell’1% in dichiarazione.
Differenza operativa: praticamente zero, se siete già strutturate.

Scenario 2: Pagamento freelance creativi
Prima: alcuni lavoravano in zona grigia, fatturando “a richiesta”.
Dal 2029: se non fatturano correttamente, voi non potete pagarli (o meglio, potete, ma vi assumete un rischio fiscale inutile).
Differenza: lavorerete solo con chi è in regola. E questo è un vantaggio, non un limite.

Formazione: non basta più saper progettare matrimoni

AIWP lo ripete da anni, a costo di sembrare noiosi: la formazione professionale nel wedding non può limitarsi all’estetica, alla gestione delle tempistiche, alla creatività floreale.

Serve competenza su:

  • Gestione d’impresa: come si struttura un’azienda wedding che dura nel tempo.
  • Rapporti B2B: come gestire contratti, fornitori, responsabilità condivise.
  • Responsabilità fiscali: cosa significa emettere fattura, gestire ritenute, dichiarare correttamente.
  • Contrattualistica: perché un contratto ben fatto tutela tutti, non solo il cliente.

Non si tratta di diventare commercialisti (per carità). Si tratta di capire che la professione wedding, se fatta sul serio, è un’impresa a tutti gli effetti. E un’impresa non può permettersi ignoranza amministrativa.

Il mercato sta maturando. La normativa lo accelera. Chi resta indietro non è “sfortunato”: è semplicemente impreparato.

Il vero messaggio (nascosto tra le pieghe della Manovra)

Questa ritenuta d’acconto non è stata pensata specificamente per il wedding. È una norma trasversale che tocca tutti i settori.

Ma il wedding — settore tradizionalmente frammentato, poco regolamentato, spesso privo di standard condivisi — è uno di quelli dove l’impatto sarà più evidente.

Perché? Perché finalmente diventa complicato “arrangiarsi”. Diventa scomodo improvvisare. Diventa rischioso lavorare senza struttura.

E questo, per chi ha costruito competenza vera, è una notizia eccellente.

Il messaggio nascosto della Manovra 2026 è semplice:
Non si colpisce l’impresa. Si premia chi lavora bene.

E se ti sembra una rivoluzione, forse è perché per troppo tempo abbiamo accettato come “normale” un mercato dove lavorare male era tollerato, se non addirittura premiato da una concorrenza al ribasso senza freni.

Ora i freni ci sono. Alcuni li vedranno come ostacoli. Altri come corrimano necessari per una professione che vuole finalmente crescere.

firma di Clara Trama